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fabriziorizzolo.it

Scusi, questo è un blog?

Un posto per gli asini, per fare domande e non avere risposte.

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Il Festival e il Concorso di Castelnuovo Don Bosco: semplici e puliti...

30/9/2013

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Un festival come tanti? Direi di no. Forse senza un teatro vero e proprio, forse senza un pubblico da stadio, forse (...di sicuro) non finanziato dallo Stato. Ma un Festival - con annesso concorso per giovani attori - decisamente pulito, volitivo, concreto. "Valjean" lo apre venerdì 27 per volere dei direttori artistici Mario Nosengo e Marco Viecca, poi si prosegue sabato con "In-canto Rosso", di e con Marta Di Giulio e con Riccardo Ruggieri, "Piccoli suggerimenti d'Amore", con Mario Nosengo e Chiara Buratti, al pianoforte Lorenzo Morra accompagnato dalla voce di Marina Spertino. E domenica (prima di "Attenti al cane", visto la scorsa estate ad AstiTeatro, testo intenso ed impegnativo, con Giovanni Mancaruso, Irene Forneris e Daniela Placci per la regia di Marco Viecca) il concorso teatrale per ricordare Gabriele Accomazzo, giovane e promettente attore scomparso troppo presto. I finalisti da tutta Italia: Roberta Barbiero (Venezia), Vanina Bianco (Torino), Antonio Carnevale (Guardia Piemontese), Fiorella Carpino  (San Martino Alfieri), Valentina Celentano (Roma), Simone Coppo (Asti), Valeria Sara Constantin (Varese), Giovanni Di Lonardo (Roma), Michela Giudici (Milano), la vincitrice Donisa Mazzoccoli (Roma), Alberto Pellitteri (Portacomaro), Alessia Pratolongo (Torino) e Chiara Spolentini (Roma). Un concorso semplice, pulito, con consegna dei premi assegnati da una giuria più che qualificata con onestà e semplicità. 

Che c'è di strano, direte? Purtroppo molto. Marco Viecca già tuonava in conferenza stampa contro le Lobby di ogni genere: e la sua, la nostra necessità di avere un teatro, un cinema, una cultura più pulita si è concretizzata con la simpatica e pura immagine di Mario Nosengo che alla fine richiama tutti sul palco: "Non abbiamo finito, non abbiamo finito! PORTATE L'ASSEGNO!". 500 Euro alla vincitrice, consegnati direttamente nelle sue mani dall'organizzazione. 

Con un'ultima, inevitabile boutade del nostro grande amico e attore: "Adesso speriamo solo che sia coperto..."

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Mi piacerebbe...

2/3/2013

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Mi piacerebbe per una notte riunire tutti gli artisti del mondo. Mi piacerebbe che ognuno di voi cantasse, dipingesse, suonasse, mettesse in scena quel che più sente nel profondo. Mi piacerebbe sfamarci tutti ed accoglierci tutti come fratelli d'arte e vederci accendere senza preoccupazioni quel fuoco che è la nostra vera passione. Senza rivalità, senza affanni, senza dover "arrivare a fine mese". Mi piacerebbe nutrirmi di quell'arte, di quelle splendide persone che siete, artisti del mondo, soffocati dall'ignoranza, dalla pochezza, dall'ipocrisia, dall'interesse personale. Mi piacerebbe per una notte godere del nostro universo così diverso da tutto e così immerso nel tutto. Sentire per una notte che nulla può davvero annientarci, nulla può essere più forte dell'amore altruista, folle ed infinito di un artista. Vorrei perdermi in quella notte. 

E vorrei che quella notte non finisse mai.
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Amor ch'a nullo amato... è ufficiale: sono un asino.

27/2/2013

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Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.

E' ufficiale: sono un asino. Non c'è niente da fare, io non la capisco. O almeno la capisco in maniera diversa. Ciò che non mi è chiaro è nell'interpretazione classica la logica grammaticale della terzina, anzi del verso. Dicono che significhi: "L'amore non può fare a meno di essere ricambiato". L'amore non perdona nessuno che sia amato, cioè lo costringe a riamare a sua volta. 

Ma sarebbe così se avessimo: "Amor, ch'a nullo (cioè nessuno) amato, perdona". O meglio: "Amor, ch'a nullo (cioè nessuno) amato, amar NON perdona". Perché c'è AMAR perdona? Sarebbe: l'amore che a nessuno che venga amato, perdona di AMARE. Non perdona di NON amare. Cos'è costruzione inglese che non prevede la doppia negazione? Boh. Nessuno lo spiega in termini grammaticali. Tutti giù a dar interpretazioni. Ma se fosse nel senso letterale? Che significa che l'amore non perdona che tu AMI? Perché questo dice il verso. Amore, che a nessuno che venga amato, perdona di amare. 

Qui stiamo parlando di Paolo e Francesca. Lussuriosi. Canto V. Inferno. INFERNO. E tutti giù a parlar d'amore, a dire in fondo che Dio li ha mandati all'inferno perché si amavano. Paolo e Francesca sono diventati IL SIMBOLO dell'amore. Non è un po' strano? Dante in polemica con Dio? 

Io credo invece che l'unica possibilità sia leggere ciò che c'è scritto: quell'amore, quel TIPO di amore che non permette, consente (perdona) di amare a chi venga amato (a nullo amato) mi prese così forte... E qual è il tipo di amore che non perdona, se tu provi ad amare? Quello fedifrago. Francesca era sposata, non poteva amare Paolo, non poteva sperare di essere perdonata perché amava. Quell'amore che a nessuno, amato, perdona di amare mi prese così forte... La lussuria. Altro che l'amore che dai, ti ritorna indietro. Altro che l'amore non permette a chi è amato di non amare.

Se io sono un asino, Paolo e Francesca erano due maialini.

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Musical sì, musical no.

24/2/2013

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BASTA. Il termine musical in Italia è improprio, abusato, scorretto. Basta metterci vicino un sostantivo qualunque e tutto diventa musical. Non ne posso più. "Tiramolla il musical", "La bella panettiera, il musical", "Gli amici di Mario il filippino il musical". Sentite come suona bene? Ma che cos'è il musical? 

Il musical è un genere di rappresentazione teatrale e cinematografica, nato e sviluppatosi negli USA tra l'800 ed il 900. Un suo corrispondente in Italia è la commedia musicale, con cui condivide l'uso di più tecniche espressive e comunicative insieme. L'azione viene portata avanti sulla scena non solo dalla recitazione, ma anche dalla musica, dal canto e/o dalla danza che fluiscono in modo spontaneo e naturale.(Wikipedia)

Capite? Rappresentazione teatrale. 
Musical theatre is a form of theatre that combines songs, spoken dialogue, acting, and dance (Wikipedia, english) 

Quindi, per essere precisi, la parola musical è l'adattamento e l'abbreviazione di  MUSICAL THEATER. Teatro musicale. Musical Drama, Musical Comedy. Cioè è un aggettivo, in origine. Ma non per metterci vicino una qualsiasi cacchiata tipo Portofino il musical. Per metterci DIETRO la parola TEATRO. In Italia invece il musical non è considerato una forma di teatro, di dramma, di commedia, ma ormai ha assunto una connotazione di "spettacolo divertente dove a un certo punto la gente sul palco comincia a cantare e a ballare, e di solito ci sono brillanti ritornelli tipo 'spiegatemi perché se la mucca fa mu il merlo non fa me'". Questo mi dà abbastanza l'orticaria. Infatti è logico che spesso non si veda traccia di attori in una rappresentazione di teatro musicale? Certo, se si concepisce il musical come sopra, al massimo bastano un po' di bravi ballerini e cantanti e siamo a posto.

E "L'azione viene portata avanti sulla scena non solo dalla recitazione, ma anche dalla musica, dal canto e/o dalla danza che fluiscono in modo spontaneo e naturale"? Vogliamo parlarne? Ma no, lasciamo perdere. Vai col ritornello.

E perdonatemi la piccola chiusa personale. 
Ho deciso. Non chiamate Valjean un musical. Mai più. 

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Scusi, questo è un blog?

24/2/2013

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Vogliamo parlarne? E parliamone. Tanto non si arriva mai da nessuna parte, cioè ognuno rimane della propria idea. O no? Beh, vediamo. Se uno non vuole cambiare idea a nessun costo, scriva da un'altra parte. Sennò proviamoci. Intanto aprirei una categoria sulla lingua italiana e gli errori più comuni, così magari ci si capisce meglio. poi uno sul lavoro dell'artista. Poi vediamo. Aspetto suggerimenti.
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    Fabrizio Rizzolo

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